I tessuti vengono quasi sempre colorati per motivi estetici o funzionali. L'aggiunta della colorazione può avvenire in diversi modi:
Tinto in pasta: i polimeri sintetici soprattutto le resine acriliche, i poliesteri e le resine polipropileniche sono colorati aggiungendo i pigmenti prima della formazione delle fibre, ossia addizionandoli nella massa fusa o sciolta in un solvente prima dell’estrusione dalla filiera; in inglese è detta dope dyeing o solution dyeing. I vantaggi delle fibre tinte in massa, a confronto delle stesse tinte in filo e tinte in pezza, sono:
- ottima resistenza alla luce
- perfetta resistenza alla sublimazione (dovuta alla grandezza delle molecole dei coloranti)
- no oligomeri (poiché la tintura viene eliminata a 130°C)
- nessun costo di asciugamento e riconfezionamento
- riduzione dell’inquinamento ambientale (non si usa acqua per tingere, non si deve depurare l’acqua dagli ausiliari)
- corretta riproducibilità del colore (uniformità del colore da batch a batch, dal primo all’ultimo chilogrammo di produzione)
- velocità di ricettazione e campionamento
- ricca cartella colori
Tinto in fibra o in filo: le fibre, una volta estruse oppure dopo essere state trasformate in fili, possono essere tinte immergendole in una soluzione del colorante desiderato; ciò è valido per i sintetici quanto per le fibre naturali: cotoni, lino, canapa etc.
Tinto in pezza: è il modo più comune di tintura, la colorazione del telo dopo essere stato tessuto mediante apposite macchine che variano secondo il metodo adottato; la più comune Jig Dyeng Machine è mostrata in seguito: il telo viene fatto passare per un numero di cicli prefissato attraverso un bagno di coloranti.
